29 Novembre 2014. Notte passata tutto sommato bene e al caldo dopo l’inconveniente avuto con la caldaia. Sveglia alle 7:00, in tutta comodità visto il periodo dell’anno, rispetto alle levataccie estive. Giornata velata e nuvolosa con sprazzi di sole almeno fino alle 12:00 circa.
Io e Giuseppe incominciamo la giornata … obiettivo prefissato: “vedere i Camosci”.
Parcheggiamo l’auto nella Val Fondillo quota 1087 m. ore 8:30 circa e incominciamo il sentiero del Parco segnato F2 che si snoda lungo la Val Fondillo su una strada sterrata che passa a fianco della vecchia segheria di Opi fino a raggiungere sulla sinistra un ponticello di legno e ferro che permette l’attraversamento del torrente Fondillo. Subito dopo il ponte proseguendo diritti e poi sulla sinistra inizia il sentiero, segnato F1 che porta sul Monte Amaro. Nel primo tratto il sentiero costeggia il torrente, facendoci praticamente tornare sui nostri passi solo dal lato opposto e all’interno del bosco. Un ambiente caratterizzato da ampie schiarite contornate dalla faggeta e proprio dinanzi ai nostri occhi, sullo sfondo, è possibile ammirare il Monte Marsicano che si staglia nel paesaggio. Dopo qualche minuto di cammino il sentiero comincia a diventare ripido e come al solito il mio fiato incomincia a venire meno, rallento sempre più e come sempre Giuseppe mi supera. Incomincia così la nostra salita a distanza. I primi metri di dislivello si compiono tutti nella faggeta quasi del tutto spoglia, ma sempre meravigliosa, i luoghi e i profumi del bosco si impadroniscono di noi. Si prosegue a salire con pendenza decisa. A quota 1650 circa, incontro i primi curiosi camosci che si affacciano da alcune bancate rocciose poste a sinistra rispetto alla via di salita e restano fermi immobili a guardarmi, sono bellissimi. Altri pochi passi e ne scorgo altri all’interno del bosco, tranquilli a riposarsi su ripide sporgenze. Che spettacolo.
Intanto le nuvole incominciano ad addensarsi e ogni tanto scendono goccioline leggere. Giuseppe è sempre avanti a me, ci incontriamo giusto per qualche minuto perchè si era fermato a scattare qualche foto. Riusciamo a fare alcuni mentri nuovamente affiancati poi i miei passi progressivamente rallentano mentre i suoi restano costanti e lo vedo allontanarsi sempre più avanzando sul terreno in una zona più aperta dalla qualle incomincia la sella, quota 1700 circa, che porta all’anticima, quota 1850 m.
Il cielo ormai è completamente coperto, le nuvole sono diventate scure e minacciose e come prevedibile la pioggia incomincia a farsi sentire. Mi fermo proprio sotto le rocce che portano all’anticima e cerco di proteggere, prima l’attrezzatura fotografica e poi me stesso. Resto un po’ in quel posto aspettando e cercando di capire se Giuseppe aveva intenzione di scendere. Non vedendolo decido di continuare. Zaino in spalle e via. Durante la salita incontro e lascio passare i 6 escursionisti che mi avevano superato, sì anche loro :(, durante il percorso di andata, che avevano deciso di scendere viste le condizioni meteo che non promettevano nulla di buono, … ma Peppe non è con loro. Continuo a salire fino a raggiungere finalmente l’anticima e con essa Giuseppe che stava placidamente seduto a godersi il paesaggio e soprattutto i camosci appenninici, adulti e giovani che si riposavano sistemati, chi da solo e chi in compagnia, sugli strapiombi e sulle sporgenze rocciose subito sotto il crinale 🙂 Altro grandissimo spettacolo. Quassù si respira pace e silenzio, ne avevo, ne avevamo bisogno.
Improvvisamente la pioggia si ferma, non credo ai miei occhi. Senza pensare troppo, con un gesto quasi meccanico e automatico, prendo la macchina fotografica dallo zaino e incomincio a scattare, Giuseppe fa lo stesso. Voglio cercare di immortalare quei momenti. Ci spostiamo cercando il punto migliore per osservare e scattare. Pochi minuti, questo era il tempo concesso breve e intenso e nuovamente la pioggia ricomincia più forte e battente di prima e giusto per rincarare, il tutto condito da raffiche di vento. Questo era il prezzo e il sovraprezzo che abbiamo dovuto pagare al tempo meteorologico per averci concesso la possibilità di qualche scatto in quello splendido luogo 🙂
Velocemente richiudiamo tutto, cerchiamo di coprirci il più possibile, zaini in spalla e con prudenza e massima attenzione incominciamo la nostra bagnata, bagnatissima, super bagnata discesa. La pioggia non si è più fermata per tutto il percorso di ritorno fino all’auto. Le uniche cose rimaste asciutte, per nostra fortuna, sono state le attrezzature fotografiche.
Di seguito alcune foto dell’escursione.
Chiudo con uno splendido giovane camoscio che corre nel bosco, una bellissima foto, forse la più bella di tutte quelle scattate durante l’escursione, l’autore è Giuseppe … Grazie!!!
Se vi va lasciate un commento … buona vita!!!
P.S.: per un problema di configurazione che sto cercando di risolvere compilate tutti i campi con l’asterisco altrimenti il sistema vi restitiurà un errore. Grazie!!!